lunedì 27 luglio 2009

Estate

Ok lo ammetto, a costo di risultare tremendamente impopolare, ma "io detesto l'estate". Mi faccio sempre coinvolgere dalla brama di vacanze che mi aleggia intorno, pena poi rinsavire alla prima vertigine! Perché in fondo d'estate io mi sento come un orso polare allo zoo di Bangkok (ci sarà uno zoo a Bangkok?).
Mi gira la testa praticamente ogni volta che mi alzo dalla sedia, ho l'emicrania tutte le settimane, e sembro appena tornata dal regno dei morti. Questo solo per quel che riguarda l'argomento SALUTE.
Bisogna poi aggiungere che non amo i vestiti estivi (in realtà in estate non esistono vestiti, è solo una gara a denudarsi sempre di più, a volte sforando nel ridicolo o nel raccapricciante), non mi piace portare i capelli raccolti (perché mi viene l'emicrania, vedi sopra), truccarsi è una specie di sfida contro titani. E poi ci sono le zanzare che ti pizzicano anche nelle orecchie se solo gliene dai la possibilità, i repellenti che puzzano come Dio solo sa cosa, le strade invase da nugoli di persone anosmiche o semplicemente zozze (come si fa a non accorgersi di puzzare come un ovile alle 8 di mattina? e dire che acqua e sapone sono ormai alla portata di tutti!)...basta?
E lo so che frequentare lidi affollati come le scatolette di acciughe e discoteche a seicentomilapiani è fantasbiruloso... ma io migrerei tranquillamente ai poli se ne avessi la possibilità.
Se dovessi decidere del tempo atmosferico abolirei totalmente l'estate, tranne che per un paio di settimane in agosto (quelle in cui vado al mare, anche se in cambio dell'estinzione estiva rinuncerei volentieri) in favore di una lunghissima primavera che duri da maggio a settembre.

Le mie vacanze sono praticamente appena iniziate e io non ne posso già più! L'anno prossimo voglio andare in Groenlandia ad agosto...

Non sono forse più affascinanti le vacanze invernali? Quando puoi indossare praticamente qualsiasi cosa ti aggradi, puoi truccarti di tutto punto e andare a fare shopping senza rischiare una insolazione o se ti va bene la disidratazione?
Non è tremendamente più piacevole visitare una città d'arte senza che la macchina fotografica ti scivoli tra le dita e la bottiglina dell'acqua sia pronta per calare la pasta? Con le città piene di persone indaffarate che ti fanno assaggiare la reale atmosfera del luogo.
E nessuno in pieno inverno ti dirà "ma come sei bianca, ma sei un vampiro o cosa?", ma è probabile che qualcuno ti invidi moltissimo se torni da un mordi e fuggi sul Mar Rosso.
E le persone? Io le trovo molto più gradevoli quando sono avvolte in sciarpe e maglioni , rispetto a shorts e magliette striminzite che lasciano intravedere (o vedere fin troppo) rotoli di ciccia imbarazzanti e altre amenità che censuro per rispetto di chi legge.

Credo proprio di essere nata nella città sbagliata.

sabato 11 luglio 2009

Wishlist

Non smetto mai di meravigliarmi di come mi piaccia stare qui, di come sia completamente a mio agio e mi senta in pace con la vita. Sarà che la mattina mi affaccio alla finestra e sento l'odore del mare, sarà che c'è chi mi tiene stretta tutta la notte, ma mi sento un'altra persona rispetto a quella che scappava ogni volta che sembrava ora di fare qualche stupido progetto.
A proposito di progetti, sto cercando di organizzare un viaggio a Tarifa, sullo stretto di Gibilterra, per portare A. a vedere le balene e i delfini. Ieri sera mentre pensavo a quale fosse il periodo migliore per andarci mi è venuta in mente una lista scritta 5 anni fa con la mia migliore amica mentre eravamo al mare e immaginavamo cosa avremmo fatto da grandi. Così stamattina l'ho chiamata e le ho chiesto se se ne ricordasse, e l'abbiamo riletta al telefono. Era la lista delle cose da fare assolutamente nella vita e mi è venuta in mente proprio perché contemplava l'avvistamento delle balene.
La lista su per giù era questa: 30 COSE DA FARE ASSOLUTAMENTE NELLA VITA, E POSSIBILMENTE INSIEME

1. Laurearsi e fare il lavoro dei sogni…ci stiamo lavorando ;)
2. Avere almeno un bambino
3. Vivere qualche mese a Parigi e fare tutti i giorni colazione da Cadore
4. Fare un Safari in Africa
5. Fare shopping sfrenato in una capitale europea
6. Andare a cavallo in Irlanda
7. Vedere le balene in mare o nuotare con i delfini
8. Fare l'amante o provare il brivido del tradimento
9. Visitare la Lapponia a Natale
10. Mangiare solo dolci per una settimana
11. Imparare il portoghese (ma poi perché proprio il portoghese?)
12. Lanciarsi con il paracadute o volare con un deltaplano
13. Vivere in un faro (neanche questa ricordo come venne fuori)
14. Sparare al poligono
15. Bere il thè a Londra
16. Mangiare la Sacher a Vienna
17. e il sushi in Giappone
18. Fare un viaggio in barca a vela
19. Imparare a suonare l'arpa (ma perché?)
20. Fare snorkeling in un posto da favola
21. Vedere l'aurora boreale
22. Vivere per un po' in un posto al nord in cui si alternano mesi di buio a mesi di luce
23. Tenere in braccio un koala (colpa della professoressa australiana che ci mostrò le foto in cui giocava con un koala)
24. Leggere tutta l'opera di Asimov … stiamo lavorando anche a questo, mi manca poco
25. Leggere l'intera Ricerca del tempo perduto
26. Fare una maratona (sono quasi sicura che questa non sia stata una mia idea)
27. Scattare una foto bellissima
28. Fare l'amore sotto le stelle
29. Indossare un abito rosso di Valentino
30. Fare qualcosa di così inaspettato che oggi sarebbe impossibile prevederlo.

Direi che siamo un po' indietro sulla tabella di marcia... ma direi anche che certe cose, come l'arpa magari, le trovo un tantino strane Oo'. Magari dovremmo riscriverla e aggiornarla, e sostituire quello che abbiamo fatto con qualche altra cosa, non vorrei mai che le cose da fare finissero =).

domenica 28 giugno 2009

A rite of passage

Giugno 2009...Sono passati cinque anni da quando sono uscita dalla scuola superiore per iniziare l'università. Cinque anni dal giorno che vestita di blu e bianco mi sono seduta a scrivere il saggio breve all'esame di stato. E il tempo che è passato lo sento tutto.
Ogni qual volta iniziano gli esami di stato, però, mi viene da ripensare al mio, alle giornate passate a studiare italiano bevendo caffè alla nocciola (il caffè freddo alla nocciola migliore che abbia mai bevuto) e alle serate passate con il mio ragazzo di allora (che ho mandato a farsi benedire insieme ai professori del liceo, e detto tra noi se lo meritava).
E' una sensazione strana. Non tornerei indietro neanche per tutto l'oro del mondo per carità, ma ripensare a quel giugno 2004 mi fa sorridere.
Credo sia perché nella vita di qualsiasi studente, l'esame di stato rappresenti un po' il rito di passaggio dalla adolescenza alla vita adulta, perché finisce il tempo in cui il futuro è una dimensione remota, si esaurisce il tempo delle vacanze interminabili e quasi troppo lunghe al mare con gli amici e dei pomeriggi sempre fuori di casa. In qualche modo si chiude quell'enorme ventaglio di possibilità che a 18 anni la vita ti apre generosa davanti. Quando esci dal liceo sei come una cellula totipotente, una forma da modellare, e puoi scegliere cosa fare da grande e puoi davvero fare qualsiasi cosa, hai solo da scegliere tra la miriade di opportunità.
Qualsiasi sia il tuo sogno di vita è lì davanti a te, a portata di mano, pronto soltanto a farsi inseguire. Tutte le porte sono aperte e puoi veramente scegliere quale attraversare, perché sono tutte lì per te. Quando scegli però, tutte le altre si chiudono, e malgrado la vita possa essere imprevedibile, hai dato la svolta fondamentale; e il primo giorno che metti piede all'università, o al lavoro, è tutto lì, non ci sono sliding doors. E' l'inizio della tua vita adulta.
E io vorrei dirlo a tutti questi ragazzi intenti a chiudere i loro libri di storia, letteratura, matematica di goderselo questo momento e di guardarle bene tutte le strade che si prospettano loro davanti. Vorrei dir loro di non scegliere un'università solo perché è meno impegnativa di un'altra, o perché mamma e papà vorrebbero che si continuasse la tradizione di famiglia, o semplicemente perché è quello che tutti si aspettano. Lo vorrei dire a questi ragazzi un po' sbandati e senza obiettivi che è questo il momento in cui possono essere qualsiasi cosa vogliono, perché secondo me non glielo dice nessuno.

giovedì 25 giugno 2009

Frame of Mind

All'ordine del giorno oggi c'è: gli arrovellamenti cerebrali della sottoscritta. Stavo studiando quando ha squillato il telefono e mi sono distratta. Beh, direte voi, che problema c'è, basta rimettersi sui libri! Il problema è che in questo periodo ho così tanti pensieri per la testa che lo studio mi riesce abbastanza difficile, più che negli altri periodi intendo!
I pensieri che mi assillano riguardano il mio ragazzo e la mia famiglia. Giunti a questo punto comincio a sentire un po' di stress, non che qualcuno mi stia facendo alcun tipo di pressione, ma è come se percepissi qualcosa nell'aria.
Presentare oppure no il mio ragazzo ai miei genitori? La situazione sembra delle più semplici, ma io credo di non essermi mai trovata in una posizione più difficile. Saranno state le storie sbagliate e a breve scadenza, piuttosto che una timidezza imbarazzante,o forse semplicemente la consapevolezza di star vivendo relazioni senza futuro; insomma non ho mai pensato seriamente di presentare qualcuno a casa. Il pensiero del mio ragazzo a pranzo con la mia famiglia mi mette letteralmente i brividi, è un'immagine che devo scacciare in fretta dalla mia mente ogni volta che provo a delinearla. Credo di essere una delle poche ragazze della mia città (o forse dell'intero, tradizionale meridione) a non anelare a un pranzo domenicale a casa dei suoceri, o peggio a casa propria con genitori e "fidanzato".
Credo però che arrivati a questo punto lui un po' se lo aspetti, so che mi conosce bene e sa quanto la questione mi metta a disagio, ma so anche che gli farebbe piacere, del resto ci frequentiamo da tanti anni e tra alti e bassi siamo stati una coppia a lungo. Aggiungiamo pure che ormai a 23 anni (lo so che manca poco più di un mese al mio compleanno ma non correggetemi) sono un po' stanca di raccontare frottole e di "dormire da un'amica".
D'altro canto rendere la cosa più o meno ufficiale mi fa storcere il naso, probabilmente perché non l'ho mai fatto...è una terra sconosciuta per me, e le battutine, le domande, il dover condividere la nostra storia è una cosa che mi spaventa e per cui non mi sento pronta. Del resto l'aver evitato il via vai dei miei ragazzi per casa rende la cosa più seria di quanto forse non potrebbe esserlo per qualcun altro. Il nocciolo della questione, tuttavia, sta nel fatto che forse la rende più seria per ME, più che per gli altri. Per me che pensavo davvero che non avrei amato più nessuno, per me che ho scoperto per la prima volta la gioia di pensare che potrebbe essere per sempre, una storia senza sconti, senza drammi e senza rinunce.
E ora non so più dove sto andando con le parole perché come al solito scrivo senza una idea ben precisa. E non ho risolto il mio problema però stranamente mi sento più rilassata. Sarà che scrivere è sempre stato terapeutico, sarà che mettere nero su bianco che sono innamorata mi fa sentire più leggera, sarà che in fondo sono gelosa della mia storia e voglio tenermi questi momenti solo per me... ma ...non ho più nulla da scrivere e quindi lascio tutto in sospeso...

sabato 13 giugno 2009

Jackie Collins Existential Question Time

Vorrei sparire per un giorno intero oggi, disintegrarmi. Sarà una giornata piena di cose da fare per semplice consuetudine ed educazione, e io vorrei soltanto starmene a letto a studiare per l'esame di giovedì. E invece mi toccherà chiamare Tizio, Caio e Sempronio(che stavolta si chiameranno tutti allo stesso modo), mi toccherà poi il pranzo con i parenti e la cena con il fidanzato (di quest'ultima non mi lamento dai). Per di più sono impresentabile e quindi mi toccherà anche impiegar un po' di tempo per rendermi passabile. E vabbè.
Comunque volevo parlare d'altro. Da tantissimo tempo a questa parte, mi è sempre stato detto che capisco le persone, e un po' è vero, spesso e volentieri ne anticipo le reazioni oppure ne prevedo i comportamenti in determinate situazioni. E' una cosa che faccio da sempre, istintivamente e probabilmente l'empatia è quello che mi fa apprezzare profondamente la mia branca di studi, che mi fa dire che sì è proprio questo che, nonostante le difficoltà, voglio fare da grande.
Tuttavia, sono fermamente convinta che quando ci si innamora, la persona che abbiamo accanto diventi totalmente imprevedibile anche se la conosciamo da tutta una vita, che paradossalmente siamo così concentrati su quello che proviamo in prima persona che non riusciamo a razionalizzare sull'altro, ci è impossibile metterci nei suoi panni e capire il suo modo di comportarsi.
Quello che mi chiedo è: è davvero così? Cioè siamo noi ad erigere un muro che ci rende impossibile comprendere a pieno i pensieri dell'altro, come faremmo con una qualsiasi altra persona? Oppure semplicemente siamo attratti da persone che in qualche modo ci sfuggono, ed è quello che ci fa innamorare?
Creiamo noi il mistero o ne siamo soltanto affascinati?
Sembra un po' come la questione dell'uovo e della gallina. E quindi allo stesso modo non c'è soluzione.
E devo andare a prepararmi, e non ne ho voglia.

martedì 9 giugno 2009

Erase and rewind

Ok da qualche parte dovrò pure iniziare.
Questo blog non ha mai avuto senso però può sempre iniziare ad averne adesso, visto che ho deciso di traslocare (ammesso che qualcosa che mi riguardi possa aver senso).
Ammettiamo per ipotesi che io avessi un blog con link al riparo nell'area 51 insieme alla ricetta della Coca cola. Diciamo, sempre per ipotesi, che l'ultima persona al mondo che avrebbe dovuto leggere il blog l'avesse fatto proprio ieri sera. E aggiungiamo inoltre, sìsì per ipotesì!, che qualcuno con occhioni da bambi mi abbia chiesto di poter leggere le cavolate che scrivo.
Ecco, se tutto ciò corrispondesse alla realtà il mio blog si sarebbe bello che suicidato ad ora di pranzo.
E sì, lo so che avrei dovuto dirtelo, ma sono una timidona lo sai :P
In ogni caso, ho pensato che invece di traslocare in una landa buia e desolata, mi sarei potuta trasferire qui, anche se dovrò accettare l'idea di un coinquilino leggente e scrivente... ma nel caso posso sempre buttarlo fuori (scherzo tesoro).
Dopo aver scritto tante di quelle pagine da poter pubblicare un libro, puf! andato.

Questo era quello che scrivevo ieri pomeriggio :
Ho un problema che mi assilla da ieri: dare o non dare il link del blog alle persone che ci frequentano? Diciamo più che altro a fidanzati e compagni vari? (parlo in generale, non ho un harem ovviamente, e a dirla tutta neanche lo vorrei).
Il problema sorge perché mi è stato richiesto, con gentilezza; e con altrettanta gentilezza io ho risposto che ci avrei pensato, ed ecco il perché di questo post...sto pensando mentre lo scrivo!
La verità è che d'impulso avrei risposto NO, NO e poi NO! Ma forse avrei destato dei sospetti e sarei apparsa un tantino capricciosa e infantile.
Il fatto è che questo blog, che ho aperto un po' per gioco e che come tale ho portato avanti, è spesso stato scritto nei momenti più tristi delle mie giornate e attraversa, come è giusto che sia, soltanto una parte della mia vita. Credo però che sia anche la parte che un fidanzato non vorrebbe mai leggere. E io non ho intenzione di cancellare post che ho scritto per far piacere a qualcuno, perché quello che ho scritto sono io, e mi ci rivedo in pieno.
Il secondo motivo per cui sono titubante è che temo di non sentirmi più libera di scrivere quello che mi passa per la testa, che appartenga al presente oppure al passato, perché sarei sempre lì a pensare "e se scrivo così potrebbe prenderla male" "e se dico così potrebbe non capire"... insomma questo blog, che è rimasto per tanto tempo un segreto di stato, è per me la privacy più totale da tutto quello che c'è in strada, al telefono, all'università, persino in casa...e un po' temo che lasciando aperta la porta venga meno il suo significato più profondo.
Le uniche due persone che frequento nella vita reale che leggono questo blog sono persone di cui mi fido ciecamente e che meritano, per il rapporto che abbiamo, di accedere a tutti i miei pensieri.
E quindi non so come comportarmi, perché non mi va di dare questo benedetto link e nello stesso tempo non voglio che la persona che me l'ha chiesto ci resti male. So per certo che capirà perché mi conosce, ma mi sento in colpa lo stesso.

Oggi il problema non si pone più... ma il mio pensiero resta lo stesso... NO. Quindi ricomincio da qui, ma il link non verrà divulgato ( got it, honey? )